Dal 2014 dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità” lo zibibbo è sia il nome di un vitigno(tecnicamente chiamato Moscato d’Alessandria) che del vino che se ne ottiene e la parola deriva dall’ arabo zabīb (زبيب) che vuol dire “uvetta” o “uva passita.
L’uva zibibbo, originaria dell’Egitto, è stata introdotta per opera dei Fenici a Pantelleria, dove tuttora ne viene coltivata (ad alberello) la quasi totalità della produzione nazionale mentre i terrazzamenti in cui viene coltivato hanno origini arabe; la pianta viene poggiata in una conca in modo che la vegetazione tocchi praticamente il terreno e formi una barriera a venti e salsedine. Un’altra curiosità è che per ottenere il tenore zuccherino necessario alla produzione dello Zibibbo (senza aggiunta di alcool etilico, ma con un tenore dagli 8% ai 12%), i grappoli vengono raccolti dopo una sovramaturazione e prima della pigiatura vengono stesi ad asciugare su graticce di legno la cui origine è millenaria.
Lo zibibbo ha un retrogusto di mandorla e viene solitamente abbinato dagli isolani alla pasticceria tipica del territorio (paste di mandorla, cassate, dolci al pistacchio e gelati).
Dall’uva Zibibbo, oltre a questo vino corposo dal colore giallo paglierino, molto ricco di riflessi dorati si ricava anche il moscato, altro vino DOC che rientra tra le “eccellenze” nazionali e che può essere prodotto esclusivamente nell’Isola di Pantelleria in provincia di Trapani.
Noi dello Stupor Mundi consigliamo di gustare un buon bicchiere di Zibibbo alla Taverna Azzurra presso la Vucciria di Palermo, locale folcloristico amato oltre che dai locali anche da vari personaggi famosi come Lou Reed, David Bowie e tanti altri..!